Montella

Il nome Montella deriva da Monticulus o Montillus, da cui Montilla, Motilla e infine Montella, chiaramente da monte, nel senso di colle fortificato. Nato su una zona già abitata dal periodo neolitico, il paese diventa sede gastaldalee poi contea sotto i Longobardi[4]. Montella è nota per la produzione della castagna, cui è riconosciuto il marchio IGP, e per il tartufo nero. Il territorio, compreso nel parco regionale Monti Picentini, è prevalentemente montuoso e ricco di sorgenti, quattro delle quali alimentano l’Acquedotto Pugliese. Sul territorio sono presenti quattro cascate: la cascata della Tufara, la cascata della Madonnella; la cascata del Fascio e la cascata della Lavandaia (la Pelata).Il sottosuolo del territorio presenta varie insenature, passaggi, aperture, condotti e caverne, dati dal fenomeno carsico a cui sono soggette le montagne. La più grande tra le grotte è quella detta del Caprone. Montella, come tutti i comuni dell’Irpinia fu gravemente colpita dal terremoto del 23 novembre 1980. Gli scavi iniziati dopo il terremoto hanno portato alla luce i resti della chiesa tre-quattrocentesca, oltre a numerosi reperti e, sotto il livello del pavimento del chiostro, una necropoli medievale francescana Il Santuario del Santissimo Salvatore, sull’omonima montagna, è una meta che figura negli itinerari giubilari vaticani. Meta di turisti sono anche gli altipiani di Verteglia (presso il Monte Terminio), ricchi di percorsi naturalistici con sentieri per il trekking, l’MTB, l’equitazione, ma anche liberi tracciati per lo sci alpino e sci di fondo che coinvolgono una ristretta nicchia di turismo.

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